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"Così diagnostichiamo e curiamo l’osteoporosi": il dottor Furlan spiega il nuovo ambulatorio

2019-04-04

La Casa di Cura San Camillo di Milano ha deciso di aprire un nuovo ambulatorio dedicato alla cura dell’osteoporosi per prevenire una malattia che viene definita silenziosa in quanto, nel suo stadio iniziale, non comporta alcun dolore. Proprio per questo motivo, è ancora più importante la prevenzione e la diagnosi precoce. Del nuovo ambulatorio e, in generale, dell’osteoporosi, ne parliamo con il dottor Federico Furlan che, grazie a questa novità, comincia la collaborazione con la struttura camilliana. In questa prima parte dell’intervista, il dottor Furlan esamina in generale i tratti principali della malattia e i motivi che hanno portato la Casa di Cura San Camillo a dotarsi di un ambulatorio dedicato.

Dottor Furlan, ci spiega innanzitutto cosa si intende per osteoporosi?
L’ambulatorio che abbiamo aperto è dedicato alla diagnosi e alla cura delle malattie del metabolismo osseo, di cui la più importante è l’osteoporosi. Con questo termine si può definire la malattia delle ossa fragili.

Esistono diversi tipi di osteoporosi?
I principali sono due: la primaria e la secondaria. La primaria è la più frequente, arriva dopo la menopausa e per questo è detta post-menopausale.  Le secondarie, lo dice il termine, sono dovute ad altre malattie o ad assunzione di farmaci, cortisone su tutti. Sono tante le malattie che possono causare l’osteoporosi: reumatologiche, oncologiche, infiammatorie croniche, malassorbimenti, insufficienze renali.

Con quali obiettivi apre l’ambulatorio al San Camillo di Milano?
Sarà un ambulatorio dedicato appunto a tali patologie, che ci permetta di fare diagnosi e di curare l’osteoporosi. L’obiettivo della cura dell’osteoporosi è quello di prevenire le fratture. Le ossa si indeboliscono e aumenta il rischio di romperle, anche in maniera asintomatica. Queste fratture sono patologiche, avvengono dopo minimi traumi o anche spontaneamente: un esempio è il colpo di tosse, oppure alzarsi dal divano, o ancora prendendo la marmellata dalla dispensa.

Quindi non esistono sintomi per capire che si sta rischiando una frattura?
No, non esistono sintomi. È una malattia silente, che per di più non causa nemmeno dolore.

Quali sono le persone più colpite?
Consiglio di rivolgersi al nostro ambulatorio tutte le persone in menopausa, considerando che i primi cinque anni sono i più critici. Le donne sono di gran lunga le più colpite dall’osteoporosi (circa il 70%), ma è un problema che interessa anche gli uomini nei confronti dei quali dei parla di andropausa. E poi è bene che facciano una visita di controllo anche tutti coloro ai quali sono state diagnosticate malattie che possono causare osteoporosi: quindi malattie renali, infiammatorie, da malassorbimento, immunoremautologiche, o che assumono farmaci come il cortisone. E poi ci sono i pazienti oncologici: donne con tumori alla mammella o uomini con tumori alla prostata che assumono farmaci anti-estrogeni o anti-androgeni hanno indicazione netta riconosciuta per fare una valutazione nell’ambulatorio di osteoporosi perché deve essere monitorato lo stato di salute delle loro ossa con adeguate terapie.

Ci elenca qualche numero sull’osteoporosi?
Tanto per cominciare, è una delle cause più diffuse nella morte degli anziani. Vengono colpiti da osteoporosi la metà delle donne e un terzo degli uomini sopra i 60 anni. In Italia ci sono 80.000 fratture di femore all’anno. E sono dati che con il passare degli anni andranno a peggiorare ulteriormente, dal momento che aumenta sempre più l’aspettativa di vita.

Nella seconda parte dell’intervista, il dottor Furlan ci spiega invece quali sono i principali tipi di cura per l’osteoporosi

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