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Domenica 12 maggio è la giornata mondiale dell'infermiere, presenza preziosa per i malati

2019-05-08
Domenica 12 maggio è la giornata mondiale dell'infermiere, presenza preziosa per i malati

Domenica 12 maggio si celebra la festa internazionale dell’infermiere, in ricordo dell’anniversario della nascita di Florence Nightingale, fondatrice della moderna assistenza infermieristica. Qual è, oggi, il ruolo dell’infermiere?
Il ruolo principale dell’infermiere è prendersi cura della persona. L’infermiere assiste la persona non solo nel momento del bisogno, adottando le proprie competenze per ristabilirne il benessere psico-fisico, ma promuove la salute
attraverso l’educazione sanitaria, prevenendo la malattia.

Lo slogan di quest’anno, per la giornata internazionale dell’infermiere, è “A voice to lead: health for all”, ovvero “Una voce che guida: salute per tutti”. In che senso va interpretato il tema scelto per il 2019?
Il continuo aggiornamento delle conoscenze e competenze basato sui risultati della ricerca, sulle evidenze scientifiche e sulle nuove metodologie e strumenti rende l’infermiere una guida fondamentale per la persona assistita e non solo. Infatti, attraverso la voce dell’infermiere, l’assistenza nella forma di prevenzione, cura e riabilitazione si estende a tutta la comunità.

Come viene vissuto il rapporto tra infermiere e paziente?
Il rapporto tra infermiere e persona assistita non si limita al solo intervento tecnico: la relazione che si instaura con la persona attraverso il dialogo e l’ascolto continuo è una componente imprescindibile dell’assistenza infermieristica, che permette la costruzione di un rapporto di fiducia che aiuta a stabilire una interazione utile al percorso di guarigione.

A volte l’infermiere viene definito “angelo della corsia”: è una affermazione corretta?
Sì, perché l’assistenza dell’infermiere è continua e attenta e garantisce il soddisfacimento dei bisogni psico-fisici del malato. L’infermiere si configura quindi come tramite tra il malato e le altre figure professionali quali operatori socio-sanitari e medici.

Quali sono le caratteristiche umane che devono contraddistinguere la figura dell’infermiere?
Sono tre. La prima è l’empatia, perché l’infermiere deve comprendere e adattarsi alla situazione psicologica del malato. La seconda è l’affidabilità che, garantendo un’assistenza di qualità elevata, assicura al malato di sentirsi salvaguardato e protetto in ogni momento. La terza è la gentilezza, perché il saper rispondere con il sorriso e con gesti cortesi alle richieste della persona completa dal punto di vista umano l’infermiere.

Quanto è ancora attuale il motto di San Camillo: “Più cuore in quelle mani”?
È sempre attuale perché ci sono impronte che non si cancellano! A volte le sole abilità tecniche non bastano perché devono essere accompagnate da sensibilità, altruismo e delicatezza. Sono mani che devono parlare al malato per far sentire il nostro continuo aiuto e la nostra attenta presenza.

Per quale motivi il servizio infermieristico della casa di cura San Camillo di Milano viene considerato uno dei fiori all’occhiello della struttura?
Perché ci si crede e, oltre a metterci professionalità e continua formazione, cerchiamo di soddisfare al meglio le richieste dei pazienti del San Camillo sia nella quotidianità sia nella gestione della cronicità. Ci avviciniamo ai malati con sorrisi e grande disponibilità; con spirito di gruppo collaboriamo in équipe e con entusiasmo affrontiamo e proponiamo soluzioni innovative in grado di rendere efficace ed efficiente ogni prestazione.

 

L'intervista ha avuto come interlocutrici
Alessandra Guffanti, infermiera secondo piano degenza

Paola Fumagalli, coordinatrice secondo piano degenza

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