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Il disagio degli anziani: la neurologia aiuta a riconoscere l'arrivo di una possibile demenza

2019-07-10
Il disagio degli anziani: la neurologia aiuta a riconoscere l'arrivo di una possibile demenza

Il rapporto con le persone anziane a volte può risultare complicato. Lo diventa ancora di più se entrano in gioco fattori come la demenza. Ne abbiamo parlato con il dottor Luigi Giovanni Manfredi, neurologo alla Casa di Cura San Camillo di Milano.

Perché i genitori anziani si comportano male?
Invecchiare è qualcosa che tutti dobbiamo affrontare, ma non sempre avviene in modo calmo e rilassato. Spesso succede che una persona anziana a cui tutti vogliono bene diventi intrattabile, spiacevole, scortese o goffa. Questo può portare a liti in famiglia e a un risentimento da entrambe le parti.

È una questione fisica oppure psicologica?
Direi che coinvolge entrambi gli aspetti. Ci sono problemi di mobilità, vista e udito in calo, mancanza di memoria, dolore cronico. Tutto ciò può causare angoscia, persino rabbia, sentimenti che possono sfortunatamente portare una persona anziana a essere aggressiva anche con le persone cui ha voluto bene. Molti, poi, vanno incontro a forme di depressione quando amici e coetanei muoiono, chiudendosi in se stessi: a moltissimi anziani è stato insegnato a non discutere delle proprie emozioni e sentimenti con altri.

Come ci si pone di fronte a una problematica di questo genere?
È importante non essere coinvolti in discussioni con i genitori anziani quando sono arrabbiati. Quando accade, possiamo cercare di interpretare il loro comportamento come angoscia riguardo alla situazione, piuttosto che vederlo come un affronto personale. Può essere di aiuto capire che la persona amata sta tirando fuori la sua rabbia perché sa che, non potendo esprimere la propria infelicità in altro modo, la potrà accettare solo chi è più vicino. Possiamo provare a discutere, spiegare come tale comportamento ci faccia sentire: l'anziano può essere scioccato nello scoprire che ci ha turbato. Se questo non aiuta, allora dovremo cercare di allontanarci per un certo tempo, perché potrebbe offrire lo spazio di riflettere su questo comportamento.

Ci sono aspetti legati alla malattia?
Cambiamenti improvvisi nel comportamento potrebbero essere segno di un'infezione intercorrente, di un dolore o anche l’effetto collaterale di un farmaco. Non diamo per scontato che i cambiamenti negli anziani siano sempre dovuti alla demenza. Ma se tali modificazioni del comportamento sono invece il risultato diretto di un problema come la demenza, allora è necessario accettare che abbiamo bisogno di aiuto per prenderci cura dei nostri genitori e dobbiamo chiedere un consiglio al nostro medico. Possiamo pensare al comportamento di chi è affetto da demenza come a una forma di comunicazione. Se la persona con demenza si comporta in modo arrabbiato o irritato, è un modo di dire che possono essere sopraffatti, doloranti, confusi o spaventati.

Le medicine sono la soluzione?
Alcuni farmaci possono aiutare ma non sono sempre la risposta giusta. Certi comportamenti non possono essere "riparati" per via farmacologica. Nessuna medicina, per esempio, impedisce a una persona di camminare o passeggiare continuamente. Alcuni medicinali possono anche causare effetti collaterali negativi e peggiorare le cose.

Quali sono allora le strade da percorrere?
Cerchiamo di identificare cosa stia causando il cambiamento. C'è stato qualcosa che è accaduto subito prima? Un visitatore inaspettato che ha sconvolto la normale routine? Il comportamento si presenta al momento del bagno? È arrivata una nuova badante? Bisogna considerare se il comportamento sia rischioso e pericoloso o piuttosto solo fastidioso e frustrante. Il primo potrebbe verificarsi quando la persona si arrabbia e cerca di uscire da casa. Potrebbe essere necessario rispondere in modo attivo, ad esempio camminando con loro, distraendoli e poi cambiando le serrature sulla porta. Un comportamento fastidioso e frustrante può richiedere una risposta più morbida: se la persona cammina intorno alla casa ma è calma e non tenta di andarsene, potrebbe essere meglio accettare che continui a camminare. Cerchiamo di creare una routine quotidiana strutturata e prevedibile per chi è affetto da demenza. La routine è un'importante fonte di conforto.

Si presenta come un compito non facile.
Occorre essere calmi e pazienti. È molto importante parlare con altri caregiver e, se possibile, frequentare un gruppo di supporto in cui sia possibile conoscere le strategie utili che altri caregiver hanno utilizzato.

Qual è il ruolo della neurologia?
La consapevolezza che la maggior parte delle forme di demenza non siano oggi guaribili genera comprensibili paure. Una diagnosi precoce a livello neurologico presenta tuttavia diversi vantaggi. In primo luogo, permette l’implementazione di interventi di stimolazione cognitiva in una fase di malattia in cui il paziente può ancora dispiegare un elevato numero di risorse, oltre a rendere possibile l’introduzione tempestiva di trattamenti farmacologici specifici. In secondo luogo, consente la realizzazione di interventi volti alla formazione dei caregiver, riducendo la preoccupazione, l’incertezza e lo stress spesso sviluppati in ambito familiare, con la possibilità di acquisire maggiori competenze nella comprensione e gestione delle alterazioni del malato. In ultimo, promuove la sicurezza in vari ambiti di vita quotidiana: dalla guida, alla preparazione dei pasti, alla gestione farmacologica.

 

Il neurologo Luigi Giovanni Manfredi

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