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La festa per san Camillo de Lellis, che la Chiesa ha scelto come patrono di ospedali e malati
Un gigante buono, visti i quasi due metri altezza, ma facile a cadere in tentazione. Questo era Camillo de Lellis, nato il 25 maggio 1550 a Bucchianico, vicino a Chieti, in Abruzzo. Il padre era un ufficiale di famiglia nobile, che serviva Carlo V imperatore, mentre la madre era quasi sessantenne quando mise al mondo il figlio e muore quando Camillo ha tredici anni. Una volta adulto, a diciotto anni segue le orme del padre, diventando militare di carriera. Una vita in cui non si sottrae al vizio del gioco e a un comportamento fuori dalle righe, a cominciare dal linguaggio.
Combatte contro i Turchi per la Repubblica di Venezia, poi sotto gli Spagnoli, che lo mandano in Dalmazia e a Tunisi. Ma lo perseguita un'ulcera varicosa a un piede, contratta quando era ancora al soldo della Serenissima. Viene congedato nel 1574 e si ritrova senza un soldo, avendo perso tutto al gioco. Dopo aver fatto il mendicante e aver lavorato da manovale, si converte e, il 2 febbraio 1575, chiede di entrare tra i Cappuccini. Ma l'ulcera non dà tregua, e Camillo torna all'ospedale di San Giacomo degli Incurabili, dove si mette al servizio dei malati sotto la direzione di san Filippo Neri.
Un servizio che si trasforma in carisma quando Camillo pensa a una famiglia religiosa indipendente. Diventa sacerdote il 26 maggio 1583 e il 21 settembre 1591 papa Gregorio XIV riconosce i Chierici regolari ministri degli infermi come un ordine religioso. Da Roma l'opera dei camilliani si diffonde presto prima in Italia e poi in tutto il mondo, portando il suo messaggio “più cuore in quelle mani” in ogni angolo del mondo dove ci sia una persona che soffre, avendone cura nel corpo e nell'anima.
Camillo de Lellis viene proclamato santo da Benedetto XIV il 29 giugno 1746 e patrono degli ospedali e dei malati da Leone XIII nel 1886. Il 14 luglio, giorno della morte avvenuta nel 1614, si celebra la sua festa.
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