La vita cristiana nel mistero dell'Ascensione

2021-05-12
La vita cristiana nel mistero dell'Ascensione

La liturgia definisce con l'espressione di "giorno san­tissimo" solo le cinque solennità più importanti dell’anno liturgico: natale, epifania, pasqua, ascensione e penteco­ste, e ce ne dà, di volta in volta, anche la motivazione.

Nel caso della festa dell’ascensione, così si esprime il testo del Messale Ambrosiano: è «il giorno santissimo nel quale il tuo unigenito Figlio ha portato alle altezze della sua gloria la fragile nostra natura, che egli ha unito a sé». Giorno importante dunque, non solo perché riguarda un mistero fondamentale della vita di Cristo, ma anche per­ché ne siamo coinvolti noi, come cristiani.

Negli Atti degli Apostoli vengono sottolineate le parole dei due uomini, apparse in bianche vesti: «Perché ve ne state lì a guardare il cielo? Ora avete una missione, un compito da eseguire: essere testimoni del Signore risorto fino agli estremi confini della terra» (cfr. At 1,11).

L'atteggiamento degli apostoli e il garbato "rimprove­ro" da parte degli angeli ci suggeriscono una riflessione su come vive­re correttamente la nostra vita di fede alla luce del miste­ro dell’ascensione.

Oggi è molto viva, una tentazio­ne. Consiste nel ridurre il cristianesimo a puro impegno sociale, economico o politico, nel promuo­vere la vita umana solo nei suoi aspetti materiali, visibili, "terreni", nel considerare i problemi dell'uomo esclusiva­mente a partire dall'orizzonte di questo mondo, dimenti­cando di conseguenza tutte le esigenze di ordine spiritua­le e religioso implicate nella vita umana, dimenticando in­somma che la vita umana stessa è, per il credente, un pel­legrinaggio verso una meta ben precisa che si trova oltre l'orizzonte limitato di questo mondo.

Il cristiano, per usare un'immagine, è un uomo con i piedi ben saldi sulla terra, e quindi presente non solo fisi­camente ma anche effettivamente nei problemi di questo mondo, ma nel cuore ha ben chiara la consapevolezza, sostenuta dalla fede, che il suo destino ultimo non è in questo mondo, ma consiste nel raggiungere Cristo nella gloria del Padre.

Per il cristiano c'è un domani, c'è un futuro di speranza.

In una parola, il modo corretto di essere cristiani nel mondo è quello indicato agli apostoli dal Signore stesso prima della sua ascensione al cielo: essere suoi testimoni! Testimoni della risurrezione di Cristo: testimoniare cioè che la vita ha vinto la morte. Testimoni della sua ascensio­ne: testimoniare cioè che la vita umana ha un destino che passa al di là dell’orizzonte terreno, anche se deve prima camminare per questa terra.

Allora, a partire dalla festa dell’ascensione, ci viene un impegno immediato: la nostra vita, le nostre azioni, le no­stre parole, le nostre scelte private o pubbliche devono far capire (appunto: testimoniare) la nostra identità di cri­stiani.

La liturgia definisce con l'espressione di "giorno san­tissimo" solo le cinque solennità più importanti dell’anno liturgico: natale, epifania, pasqua, ascensione e penteco­ste, e ce ne dà, di volta in volta, anche la motivazione.

Nel caso della festa dell’ascensione, così si esprime il testo del Messale Ambrosiano: è «il giorno santissimo nel quale il tuo unigenito Figlio ha portato alle altezze della sua gloria la fragile nostra natura, che egli ha unito a sé». Giorno importante dunque, non solo perché riguarda un mistero fondamentale della vita di Cristo, ma anche per­ché ne siamo coinvolti noi, come cristiani.

Negli Atti degli Apostoli vengono sottolineate le parole dei due uomini, apparse in bianche vesti: «Perché ve ne state lì a guardare il cielo? Ora avete una missione, un compito da eseguire: essere testimoni del Signore risorto fino agli estremi confini della terra» (cfr. At 1,11).

L'atteggiamento degli apostoli e il garbato "rimprove­ro" da parte degli angeli ci suggeriscono una riflessione su come vive­re correttamente la nostra vita di fede alla luce del miste­ro dell’ascensione.

Oggi è molto viva, una tentazio­ne. Consiste nel ridurre il cristianesimo a puro impegno sociale, economico o politico, nel promuo­vere la vita umana solo nei suoi aspetti materiali, visibili, "terreni", nel considerare i problemi dell'uomo esclusiva­mente a partire dall'orizzonte di questo mondo, dimenti­cando di conseguenza tutte le esigenze di ordine spiritua­le e religioso implicate nella vita umana, dimenticando in­somma che la vita umana stessa è, per il credente, un pel­legrinaggio verso una meta ben precisa che si trova oltre l'orizzonte limitato di questo mondo.

Il cristiano, per usare un'immagine, è un uomo con i piedi ben saldi sulla terra, e quindi presente non solo fisi­camente ma anche effettivamente nei problemi di questo mondo, ma nel cuore ha ben chiara la consapevolezza, sostenuta dalla fede, che il suo destino ultimo non è in questo mondo, ma consiste nel raggiungere Cristo nella gloria del Padre.

Per il cristiano c'è un domani, c'è un futuro di speranza.

In una parola, il modo corretto di essere cristiani nel mondo è quello indicato agli apostoli dal Signore stesso prima della sua ascensione al cielo: essere suoi testimoni! Testimoni della risurrezione di Cristo: testimoniare cioè che la vita ha vinto la morte. Testimoni della sua ascensio­ne: testimoniare cioè che la vita umana ha un destino che passa al di là dell’orizzonte terreno, anche se deve prima camminare per questa terra.

Allora, a partire dalla festa dell’ascensione, ci viene un impegno immediato: la nostra vita, le nostre azioni, le no­stre parole, le nostre scelte private o pubbliche devono far capire (appunto: testimoniare) la nostra identità di cri­stiani.

Orario messe

Le sante messe vengono celebrate con questi orari:

  • feriali: 7.30, 8.30 e 17.30
  • festivi: 9, 11 e 17.30

Ogni Mercoledì

  • 17.00 Rosario con San Giuseppe
  • 17.30 Santa Messa per gli infermi o per la Chiesa universale

Orario Confessioni

  • Tutti i giorni dalle 16.30 alle 17.30

Ogni Giovedì

  • 16.30 Esposizione e adorazione eucaristica
  • 17.00 Rosario eucaristico
  • 17.30 Messa del Preziosissimo Sangue di Gesù
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