Orario messe

Le sante messe vengono celebrate con questi orari:

  • feriali: 7.30, 8.30 e 17.30
  • festivi: 9, 11 e 17.30

Ogni Mercoledì

  • 17.00 Rosario con San Giuseppe
  • 17.30 Santa Messa per gli infermi o per la Chiesa universale

Orario Confessioni

  • Tutti i giorni dalle 16.30 alle 17.30

Ogni Giovedì

  • 16.30 Esposizione e adorazione eucaristica
  • 17.00 Rosario eucaristico
  • 17.30 Messa del Preziosissimo Sangue di Gesù
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Con Pietro nella notte

2021-04-01
Con Pietro nella notte

Nella celebrazione ambrosiana del giovedì santo sera viene proposta, come lettura evangelica, la prima parte della passione di Cristo secondo Matteo, dall'ultima cena fino al rinnegamento di Pietro, quando canta il gallo e albeggia ormai il giorno del venerdì santo (cfr. Mt 26,17- 75): è un racconto che conosciamo quasi a memoria nei suoi passaggi più importanti, nell'avvicendarsi delle persone e degli avvenimenti attorno a Gesù Cristo in quella che fu l'ultima notte della vita terrena del Signore.

Fra i tanti personaggi potremmo seguire proprio l'apostolo Pietro, che per l'esattezza compare cinque volte nella notte del primo giovedì santo: questo ci permetterà di riflettere sui diversi atteggiamenti con cui possiamo vivere anche noi il nostro giovedì santo.

 

Pietro compare la prima volta durante la cena pasquale. È impetuoso e sicuro di sé: «Anche se tutti si scandalizzassero - afferma -, anche se dovessi morire con te, non ti rinnegherò». È il Pietro delle certezze umane, perché si appoggia solo sulla sua buona volontà, sulle sue presunte sicurezze.

Pietro ci ricorda che neppure noi siamo molto diversi: davanti alla passione di Cristo non bastano i facili entusiasmi di un momento, non bastano i propositi eroici espressi solo a parole ma senza radici nella vita.

La seconda volta che Pietro compare è nel Getsemani: dovrebbe vegliare, invece si lascia sorprendere per tre volte addormentato. Davanti alla passione di Cristo dunque può esserci anche chi dorme.  "Dormire" in questo caso significa perdere il senso della realtà, abbandonarsi ai sogni, non accorgersi di quel che sta succedendo veramente. Che non capiti anche a noi di sentir chiudere gli occhi e il cuore davanti a Cristo, sotto il peso di un presunto cristianesimo diventato indifferenza o inutile consuetudine.

La terza volta Pietro compare nel palazzo di Caifa: «Lo seguiva da lontano … per vedere come sarebbe andata a finire la faccenda». E questo un Pietro che tiene le distanze da Cristo, lo segue sì, ma da lontano. Ognuno di noi dovrebbe chiedersi: perché vado in chiesa nella sera del giovedì santo, nei giorni del triduo pasquale? C'è solo la curiosità di vedere i riti della settimana santa? È solo il debito pagato a una convenzione religiosa o a una convenienza di carattere sociale o familiare? Seguire Cristo nella sua passione da lontano o per curiosità non serve a nulla, anzi potrebbe capitarci poi di peggio!

E infatti la quarta volta che incontriamo Pietro è nel cortile del palazzo del sommo sacerdote, quando rinnega Cristo per tre volte. È troppo facile e troppo comodo, pensando alla passione, applicare solo a Giuda l'etichetta di traditore: se è capitato a Pietro, nessuno di noi è esente da questo rischio.

Ma l'ultima volta Pietro compare fuori dal palazzo, dopo il canto del gallo, che come un lampo gli ha fatto passare in rassegna tutta quella notte terribile per la sua fede: «E uscito all' aperto pianse amaramente». È questo il vero Pietro della passione, è questo il Pietro che dobbiamo anche noi imitare nel nostro giovedì santo: il Pietro che si converte, che riconosce, che si commuove, che piange lacrime amare.

Con la celebrazione del giovedì santo sera inizia il triduo pasquale: la vicenda di Pietro ci ha insegnato che c’è un solo modo giusto per viverlo: rientrare in noi stessi per esaminarci con sincerità davanti al Signore che soffre per salvarci, piangere amaramente, almeno con il cuore, per i nostri falsi entusiasmi, per le nostre superficialità, per le mediocrità di cui è costellata la nostra vita cristiana, per i tradimenti grossi o piccoli di cui anche noi siamo capaci, piangere di pentimento per i nostri peccati e di commozione per l'amore che il Signore ancora una volta, nonostante tutto, nel suo e nostro giovedì santo ha voluto dimostrarci.